Nel momento in cui un soggetto effettua una richiesta di prestito presso una banca o una società finanziaria, gli verrà richiesto di soddisfare una serie di requisiti e di fornire alcune garanzie per tutelarsi dal rischio di insolvenza.
Tra le garanzie più comuni necessarie ai fini dell’ottenimento di un finanziamento troviamo quello della busta paga.
Con questi presupposti, è del tutto normale chiedersi se il contratto di lavoro debba essere necessariamente a tempo indeterminato, oppure sia possibile accedere al credito anche con un contratto a tempo determinato o altre tipologie di contratto.
A questi ed altri quesiti risponderemo nelle prossime righe, vedendo insieme che tipo di contratto serve per chiedere un prestito.
Come si fa un finanziamento con busta paga?
Abbiamo detto che per ottenere un finanziamento è necessario soddisfare alcuni requisiti, alcuni di tipo personale, altri di tipo patrimoniale.
Innanzitutto il richiedente non dovrà avere avuto segnalazioni passate sui registri della Centrale Rischi CRIF, dove vengono annotati i nomi dei cattivi pagatori e dei protestati. In questi casi la pratica potrebbe essere rigettata dalla banca o dalla società finanziaria.
Tra le garanzie necessarie invece, troviamo quella della busta paga.
Questo significa che la richiesta di finanziamento può essere inoltrata sia dai dipendenti privati che da quelli pubblici. Ai fini dell’ottenimento del prestito, è fondamentale che il reddito percepito sia proporzionato alla somma desiderata in prestito, dal momento che solamente in questo modo sarà possibile rimborsare le rate previste dal piano di ammortamento senza intoppi. Ovviamente l’istituto erogatore cercherà sempre di evitare il sovraindebitamento.
L’importo massimo da richiedere in prestito può variare sulla base di una serie di fattori, tra cui la banca che offre il prodotto, la tipologia dello stesso e altri ancora, mentre la rata in linea di massima non dovrà superare il 20-30% della retribuzione percepita. In aggiunta, dobbiamo precisare che una volta scorporato l’importo della rata da pagare, dovrà rimanere disponibile al soggetto un reddito di almeno 750 euro, considerato come soglia di sussistenza, anche se questo può anch’esso variare a seconda dell’istituto.
Il prestito con contratto a tempo indeterminato
Un soggetto senza alcuna segnalazione alla Centrale Rischi e con un contratto a tempo indeterminato, solitamente rappresenta la condizione migliore per ottenere un finanziamento. Il motivo è facilmente immaginabile: con un contratto di questo tipo la banca ha maggiori garanzie che il richiedente non rimanga senza lavoro a breve termine, e quindi si ritrovi nella condizione di non poter pagare le rate. Oltretutto, se il titolare del prestito dovesse diventare insolvente, l’istituto potrebbe rivalersi sul TFR.
La pratica potrebbe diventare ancora più rapida per alcune forme di finanziamento, come quella della cessione del quinto dello stipendio. In questo specifico caso, il rimborso delle rate non avviene per mano del titolare del debito, magari con addebito sul conto corrente oppure con bollettini postali, ma attraverso l’applicazione di una trattenuta direttamente sulla busta paga. Il quinto dello stipendio assume questo nome perché la rata non potrà essere più alta del 20%, ovvero un quinto della retribuzione.
Molte banche e società finanziarie prediligono tale forma di prestito per una semplice ragione: materialmente, il pagamento delle quote mensili sarà fatto dal datore di lavoro. Questo è il motivo per cui, a parità di requisiti, spesso il quinto dello stipendio consente di ottenere somme superiori rispetto ad altre forme di finanziamento. Dobbiamo precisare però che ai fini dell’ottenimento del credito, anche l’azienda presso cui il soggetto finanziato lavora, dovrà soddisfare alcuni requisiti.
Le buste paga e la richiesta di finanziamento
Ma quante buste paga sono necessarie per ottenere un finanziamento? Generalmente non viene richiesto un minimo di anzianità lavorativa, ma per i dipendenti privati è comunque necessario aver maturato un TFR sufficiente per offrire garanzie sul finanziamento. Questo prendendo in considerazione il coefficiente assicurativo di riferimento e il montante del finanziamento. In linea di massima possiamo dire che la maggior parte delle banche richiede almeno 6 mesi di anzianità lavorativa.
Per i dipendenti pubblici, invece, l’anzianità scende a soli 6 mesi. Per quanto riguarda la richiesta vera e propria invece, in situazioni di stabilità lavorativa è sufficiente fornire solamente l’ultima busta paga. In tutti gli altri casi invece, potrebbero essere richieste anche 2 o 3 buste paga, perché in questo modo il richiedente potrebbe garantire il superamento del periodo di prova.
Prestito con contratto a tempo determinato e altre tipologie di contratto
Nonostante come spiegato in precedenza avere una busta paga da contratto a tempo indeterminato rappresenti sicuramente un requisito preferenziale ai fini dell’ottenimento di un prestito, anche chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato, o altre tipologie di contratto, non deve “disperare”. La banca infatti, per erogare il credito deve solamente ricevere delle garanzie adeguate per tutelarsi dalle insolvenze. Tali garanzie però, non devono necessariamente provenire dal titolare del finanziamento.
Questo significa che l’istituto potrebbe richiedere la firma di un garante. Con questa definizione si fa riferimento a un soggetto, chiamato anche fideiussore, che generalmente è un parente, un amico ma anche una qualsiasi altra persona che in caso il titolare del debito dovesse interrompere il pagamento delle rate, avrebbe l’onere di pagare quelle residue. A sua volta però, anche il garante deve possedere una serie di requisiti, del tutto analoghi a quelli del richiedente, quindi deve essere un soggetto finanziabile.
Questo significa che il fideiussore dovrà fornire gli stessi identici documenti del richiedente, anche se per lui non verrà aperta una linea di credito. Nel dettaglio dovrà inviare alla banca l’ultima o le ultime buste paga se lavoratore dipendente, oppure gli ultimi due bilanci se lavoratore autonomo o libero professionista. Senza l’apporto di un garante, invece, le possibilità di ottenere un prestito sono ridotte all’osso. Nella migliore delle ipotesi, in questa situazione si potrebbe accedere a un finanziamento che abbia un piano di ammortamento di durata inferiore a quella del contratto di lavoro.
Ipotizzando quindi che al termine del rapporto lavorativo manchino 10 mesi, il prestito potrebbe avere una durata massima di 10 mesi, ma con una precisazione. Con un tempo di rientro così ridotto, e ricordiamo che legalmente un contratto a tempo determinato non può avere una durata superiore a 24 mesi incluse possibili proroghe, le somme a cui è possibile accedere sono generalmente modeste, comunque nell’ordine di qualche migliaio di euro al massimo.
In realtà esiste anche un’altra strada percorribile, anche se gli istituti bancari che concedono questo tipo di opportunità sono molto pochi: il credito su pegno. Si tratta di una forma di prestito che non necessita di prove reddituali o patrimoniali, ma solamente che si dia appunto in pegno dei beni di valore, tra cui pietre preziose, gioielli, orologi, monete e argenti. In altre parole si tratta di una soluzione che seppur all’apparenza potrebbe sembrare perfetta per i lavoratori precari, in realtà si rivela per pochi.
CalcolarePrestito è un calcolatore di piano di ammortamento di prestiti: la nostra missione è fornire al consumatore uno strumento veloce e chiaro per le simulazioni di prestito.
Con i nostri articoli indipendenti inoltre aiutiamo i consumatori a comprendere il mondo dei prestiti e dei finanziamenti.